Omnibus Simplification Package on Sustainability

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ha pubblicato il 17 aprile 2025 un documento di aggiornamento sul tema ESG, integrando le più recenti proposte normative, tra cui quelle dell’Omnibus Simplification Package on Sustainability, attualmente in discussione a livello europeo. Il documento approfondisce il nesso tra sostenibilità, governance, finanza e adeguati assetti organizzativi (OAC), con particolare attenzione alle PMI.

Uno dei punti centrali è la riconferma degli obiettivi sostanziali della sostenibilità all’interno dell’ordinamento europeo, pur in un’ottica di semplificazione normativa. Le istituzioni europee intendono infatti mantenere saldi i principi chiave della CSRD, tra cui il principio della doppia materialità, la centralità della rendicontazione ESG e l’integrazione della sostenibilità nella strategia aziendale.

L’approccio dell’Omnibus Package, sebbene orientato alla semplificazione, non deve ridurre la qualità e la coerenza delle informazioni ESG. Al contrario, si sottolinea il rischio che un’eccessiva deregolamentazione possa compromettere i progressi fatti finora nella costruzione di una cultura della sostenibilità.

Il documento analizza l’evoluzione normativa e operativa dei fattori ESG nel contesto imprenditoriale, con particolare attenzione alle PMI, alla luce delle più recenti proposte europee contenute nell’Omnibus Simplification Package. La sostenibilità viene presentata come una leva strategica per la continuità aziendale, la competitività e la creazione di valore, andando oltre la semplice compliance.

Tra le novità di rilievo emerge il tentativo dell’Unione Europea di semplificare gli obblighi di rendicontazione, senza rinunciare agli obiettivi del Green Deal. Ciò include la revisione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), della Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) e della Tassonomia UE, per alleggerire il carico amministrativo, soprattutto per le PMI, mantenendo però al centro la doppia materialità come principio guida.

Il documento sottolinea l’importanza della governance come strumento per integrare i rischi e le opportunità ESG nei modelli di business. I sistemi OAC (organizzativi, amministrativi e contabili) devono essere ripensati in funzione della gestione dei rischi ambientali, sociali e di governance. In questo senso, la digitalizzazione e l’uso dell’intelligenza artificiale sono considerati fattori abilitanti per una gestione evoluta della sostenibilità, al punto da proporre l’estensione dell’acronimo ESG in ESGD (includendo la “D” di Digitalizzazione).

Un focus importante è riservato al ruolo delle PMI, che pur non direttamente soggette alla CSRD, sono coinvolte indirettamente come fornitrici di grandi gruppi. Per non perdere competitività, devono attrezzarsi per raccogliere e comunicare informazioni ESG, anche attraverso strumenti proporzionati come i Voluntary Sustainability Reporting Standards for SME (VSME).

Il sistema bancario viene identificato come uno dei principali motori della transizione sostenibile. Gli istituti di credito integrano i criteri ESG nella valutazione del merito creditizio e collaborano attivamente con le imprese per migliorarne le performance non finanziarie, in coerenza con l’iniziativa del MEF e del Tavolo per la Finanza Sostenibile.

Il documento invita i commercialisti (ed i consulenti in genere) a farsi promotori di un nuovo modello consulenziale, capace di affiancare le imprese non solo nella compliance, ma soprattutto nella valorizzazione della sostenibilità come driver di sviluppo e strumento di posizionamento competitivo nel mercato.